Favia e la democrazia

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Ho visto il video che l'Ansa di ieri segnala in un articolo dal titolo: "Fuori onda shock del consigliere M5S: 'Nel movimento non c'è democrazia'" Favia attacca Casaleggio parlando a un giornalista di La7, "rischiamo di esplodere".

Favia è il consigliere regionale dell'Emilia Romagna eletto nelle liste del M5S.

Mi è piaciuto il suo intervento-intervista perché ha detto ciò che pensava senza tanti peli sulla lingua dimostrando di essere un vero "grillino" che ragiona con la propria testa. Non mi è piaciuto il modo in cui l'ha detto, cioè a microfono spento, dimostrando a mio avviso una certa ipocrisia. Quelle cose vanno dette a microfono accesso guardando fisso la telecamera come se dentro all'obiettivo ci fosse il tuo interlocutore, assumendosi le proprie responsabilità di quello che si dice.

Veniamo ai contenuti. La democrazia nel M5S. Ma quale democrazia? A me personalmente della democrazia intesa come rappresentanza da parte dei partiti e dei loro delegati interessa un tubo.

Democrazia significa: potere al popolo. Per la precisione, secondo la definizione del vocabolario Zingarelli, la parola "democrazia" significa: "Forma di governo in cui la sovranità risiede nel popolo che la esercita per mezzo delle persone e degli organi che elegge a rappresentarlo".

Quindi la democrazia implica la rappresentanza del popolo. Non sei tu cittadino che eserciti la tua sovranità (potere supremo di comando) direttamente, ma la eserciti indirettamente attraverso dei rappresentanti che eleggi a caro prezzo e ai quali affidi il tuo potere. Rappresentanti, tra l'altro, che non sei tu a scegliere, ma altri al tuo posto e ai quali tu sei solo tenuto a dare un voto di delega scegliendo tra una rosa di candidati dove spesso non ti identifichi. Dopo di che, tu, come cittadino, sei tagliato fuori da ogni decisione che ti riguarda.

Per di più in democrazia, la sovranità appartiene alla maggioranza e non alla minoranza. Per cui, nel caso tu ti trovi in minoranza, la tua sovranità finisce in quel posto.

Il M5S, pare di capire, cerca di andare oltre questo concetto di rappresentanza, perché quando Beppe Grillo urla dalle piazze che "ognuno vale uno", facendo di quel semplice motto il filo conduttore di tutto il Movimento 5 Stelle, praticamente manda a quel paese il concetto di rappresentanza e quindi è come se mandasse a quel paese il concetto di democrazia che sulla rappresentanza si fonda.

Se io come ipotetico cittadino-candidato raccolgo voti, praticamente è come se raccogliessi deleghe, perché ogni voto in democrazia è una delega (secondo lo Zingarelli. la "delega" è "L'atto con cui si conferisce a un'altra persona la capacità di agire in vece propria").

Quindi, se raccolgo deleghe (voti), io non valgo più uno, ma valgo tanto quanto sono i voti-delega che ho raccolto. Il mio potere non vale più 1, ma può valere 10, 100, 1000, ecc. E questo contraddice il principio che ognuno vale uno.

C'è anche un altro importante discorso da fare in democrazia. Siccome in democrazia vince la maggioranza, chi comanda, alla fine, non è il cittadino, ma chi ha la capacità di influenzare la maggioranza dei cittadini in una direzione piuttosto che in un'altra. In questa capacità di influenzare i cittadini, i mass-media svolgono un ruolo importante. TV e radio, in primo luogo e, in secondo luogo, la stampa e l'editoria, cioè riviste e giornali, hanno maggiore potere di influenza perché sono mezzi che comunicano da uno a molti.

Per ultimo c'è Internet che non essendo un mass-media tradizionale in quanto la sua forma di comunicazione è da uno a uno, il suo potere di comunicazione e di influenza è relativamente molto più limitato rispetto agli altri. Quindi capisci che chi ha il potere di controllare i mezzi di comunicazione tradizionali da uno a molti come TV, radio e giornali, ha anche il potere di controllare l'orientamento dei cittadini, esercitando lui il potere, rendendo la democrazia una pura ipocrisia-illusione, se prima quel potere di controllo dei mass-media non ritorna nelle mani dei cittadini stessi.

Se Favia e molti come lui insistono sui principi di democrazia intesa come rappresentanza-delega, senza prima risolvere il problema del controllo dei mezzi di comunicazione, si mettono in contraddizione con loro stessi e con lo stesso M5S che, al principio di democrazia-delega tipico dei partiti tradizionali, pare di capire intenda sostituire il principio di democrazia-diretta, dove è il cittadino a rappresentare se stesso e le sue esigenze nelle istituzioni senza costosi intermediari e delegati tra i piedi a decidere per lui, ma attraverso semplici portavoce o consiglieri a cui affidare non il potere di decidere sulla pelle dei cittadini, ma i bisogni di ogni cittadino davanti alle istituzioni, tra i quali anche quello di partecipare alle decisioni che lo riguardano.

Più facile a dirsi che a farsi. Capisco.