L'equità sociale

  •  Penso che la principale zavorra dell'economia italiana fonte di iniquità sociale sia la Pubblica Amministrazione disseminata su tutto il territorio: Comuni, Province, Regioni, Stato e ultimamente la Comunità europea del
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Penso che la principale zavorra dell'economia italiana fonte di iniquità sociale sia la Pubblica Amministrazione disseminata su tutto il territorio: Comuni, Province, Regioni, Stato e ultimamente la Comunità europea.

Quanti sono i Comuni italiani? Ci sono più di 8000 Comuni sparsi per l'Italia. Pensa un po' al loro costo. 8000 strutture da mantenere, più tutto il personale di contorno (sindaci, assessori, consiglieri, impiegati). Quanto fa? Quante sono le Province? 110 Province più tutto il personale di contorno. Le Regioni invece sono ben 20, più tutto il personale di contorno. Dati tratti da: //www.comuni-italiani.it/regioni.html

Nel mio Comune, ad esempio, solo tra sindaco, vicesindaco, assessori e consiglieri ci sono circa una ventina di persone elette, più o meno. In quello di Torino ce ne sono circa 50 di persone elette, senza contare il personale assunto impiegato nei vari uffici comunali.Dati presi da ancitel.it.

Se pensiamo che mantenere una struttura come il Comune comporta anche costi di riscaldamento, corrente elettrica, acqua, pulizia, manutenzione, oltre che di personale, così come per Regioni e Province, ti rendi conto che la spesa totale a carico del cittadino per mantenere queste 8000 e oltre strutture burocratiche diventa insostenibile, un mostro burocratico che impoverisce il cittadino e le imprese rendendo queste ultime poco competitive. Per di più il cittadino si ritrova a dover lavorare quasi esclusivamente per mantenere tutto questo mostro burocratico che alla fine si traduce in iniquità sociale.

Che fare allora? Che fare per migliorare l'equità sociale? Io propongo che ogni cittadino sia obbligato a dare il suo contributo di tempo e manodopera gratuitamente nell'amministrazione dei servizi erogati dal proprio Comune, Regione o Provincia, a rotazione o a turni. Tutti i cittadini a turni siano chiamati a partecipare gratuitamente per un certo tempo nell'amministrazione del servizi che bene o male li riguardano: mensa scolastica, raccolta differenziata rifiuti, minuto mantenimento, asili nido, assistenza anziani e disabili, ecc. Mi sembra una buona proposta per dare a tutti i cittadini la possibilità di lavorare gratuitamente e rendersi utili alla comunità.

Del resto lo Stato mica si è fatto problemi per chiamarmi a fare il militare di leva quasi a gratis. Tanti ragazzi della mia età il militare mica lo hanno fatto, ma nemmeno un servizio civile sostitutivo. Altri ragazzi invece hanno fatto il militare negli AUC allievi ufficiali di complemento ricevendo un regolare stipendio. E questo, dal mio punto di vista, non è equità, ma discriminazione sociale.

Ora, pare che, grazie al governo di Giuliano Amato, il servizio militare di leva obbligatorio sia stato abolito, mettendolo così nel culo a tutti quelli come me che invece il militare lo hanno fatto, così come a quelli che hanno fatto un servizio civile sostitutivo. Questa non è equità, ma presa per il culo, così come non è equità che una parte dei cittadini lavori stipendiata nella Pubblica Amministrazione mentre un'altra parte di cittadini resti disoccupata e col culo a terra. Il compito dello Stato dovrebbe essere quello di organizzare i cittadini in modo che tutti possano lavorare nei servizi che tornano utili ai cittadini stessi e alle imprese.

A me per esempio non dispiacerebbe andare a svolgere un lavoro a tempo limitato, a gratis nella Pubblica Amministrazione, ma a patto che tale lavoro sia svolto a gratis anche da tutti gli altri cittadini, nessuno escluso. Non come a Militare dove qualcuno con la compiacenza di qualche medico o politico riusciva a farsi esonerare dal servizio, senza nemmeno l'alternativa di un servizio civile sostitutivo.

Tra l'altro mi chiedo: ma capi di governo come Silvio Berlusconi o Mario Monti che si mettono a guidare un paese, il servizio militare di leva obbligatorio o un servizio civile alternativo lo hanno poi svolto? Boh! Ho cercato in Rete e non ho trovato niente in merito.

Anziché aumentare le tasse ai contribuenti, si chiamino, a turni, tutti i cittadini a dare obbligatoriamente il loro contributo gratuito in termini di tempo e manodopera nella Pubblica Amministrazione e nei servizi da questa erogati, per un tempo limitato da stabilire secondo le esigenze, in modo da renderli consapevoli e coscienti di quanto tempo si perde in assurde e inutili burocrazie che fanno solo comodo ad una oligarchia per avere la scusa per farsi stipendiare e sistemarsi a spese di altri cittadini.

Potremmo così vedere immediatamente come dall'oggi al domani incomincerebbero a diminuire i Comuni, le Province e le Regioni, perché a poche persone piace lavorare a gratis per burocrazie inutili. Una volta che il cittadino ha preso coscienza dell'inutilità di queste strutture burocratiche, queste scompaiono da sole, dando al cittadino molto più tempo per impegnarsi in ciò che conta davvero: la qualità della vita dei cittadini e la loro felicità.

Io sono qui. Chiamatemi! Non mi tiro indietro se tutti i cittadini vengono chiamati a dare il loro contributo di tempo e manodopera gratuitamente nel loro Comune di residenza per renderlo efficiente nell' erogare servizi utili alla comunità.

Ripetita iuvant. E invece di pensare ad organizzarci o organizzare tutti i cittadini in modo da dare loro la possibilità di svolgere gratuitamente a turni, per un periodo della loro vita, un lavoro al servizio della comunità nei servizi da questa erogati gratuitamente, si preferisce mantenere una vergognosa oligarchia di persone elette dal popolo e stipendiate nella Pubblica Amministrazione a spese di tutti gli altri cittadini.

Questa non è equità sociale dal mio punto di vista, ma disuguaglianza sociale al pari della proprietà privata: iniquità sociale.

Mario Monti, in questo modo, sarebbe felice perché così tutti smetterebbero di fare sempre lo stesso lavoro per tutta la vita, come da lui auspicato, ma avrebbero occasione di fare qualcosa di diverso gratuitamente al servizio della comunità, arricchendosi di nuove esperienze lavorative. L'economia dello Stato e dei Comuni, sollevata dai costi del personale e degli eletti, troverebbe modo di respirare e di riprendersi. I cittadini e le imprese pagherebbero molte meno tasse, perché i servizi verrebbero erogati gratuitamente e gestiti gratuitamente direttamente dai cittadini stessi rendendo l'economia italiana decisamente più snella, competitiva e concorrenziale.