I terremotati dell'Umbria

  •  Un invito al Ministro Roberto Maroni ad occuparsi di queste 600 persone con la casa lesionata che non sono poche. Penso che la loro dignità di cittadini terremotati non venga calpestata e spero che le loro esigenze abitative abbiano la priorità sui provvedimenti legislativi che il Ministro Maroni intenderebbe prendere a danno della Rete Internet. del
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Scossa vicino Perugia, "600 senza casa. Così titola Ansa.it in un articolo di oggi.

Un invito al Ministro Roberto Maroni e ai responsabili del Governo ad occuparsi di queste 600 persone che non sono poche e che ora hanno la casa lesionata. Penso che la loro dignità di cittadini terremotati non venga calpestata e spero che le loro esigenze abitative abbiano la priorità sui provvedimenti legislativi che il Ministro Maroni intenderebbe prendere a danno (a tutela o a vantaggio ?) della Rete Internet.

Ministro, i problemi dell'Italia sono ben altri che non quelli di alcuni squilibrati presenti in Rete. Si occupi con la sua efficiente squadra di governo del dissesto idrogeologico italiano. Si preoccupi di eliminare la burocrazia che ingessa il lavoro delle imprese italiane e costringe le famiglie a dedicare preziose risorse in adempimenti fini a se stessi. Si occupi del precariato e della mancanza di lavoro che innervosisce la popolazione e crea un clima di tensione civile. La Rete è un problema secondario.

Notizia Ansa terremoto in Umbria con 600 persone senza casa

P.S. Ansa.it intanto, dopo alcuni minuti, ha modificato il titolo dell'articolo in "Scossa vicino Perugia, per 500 notte fuori casa". Comunque le case anche se stanno in piedi restano lesionate e non è bello ritrovarsi la casa lesionata o, peggio, pericolante.

Notizia Ansa terremoto in Umbria con 500 persone a passare la notte fuori casa

Oggi, per esempio, ho dovuto fare quasi 50 km di andata e 50 km di ritorno, solo per portare mia madre alla commissione medica per la patente, a Torino in via Farinelli 25, dove dopo quasi due ore di attesa, un funzionario medico gli ha messo un timbro su un pezzo di carta e l'ha rimandata a casa in pace. Mezza giornata persa per due persone, quando quel timbro lo poteva mettere benissimo anche il medico dell'ASL di zona a 3 km di distanza, come fatto tre anni fa. Non si capisce perché ora occorre fare 100 km per attraversare tutta Torino nel caos del suo traffico, solo per adempiere ad una pratica burocratica.

Una ora ad andare, una ora per tornare, due ore in attesa, per un totale di quattro ore di lavoro perso in un adempimento burocratico di rinnovo patente. Dieci euro buttati in benzina, stress nervoso e inquinamento. Questo il bilancio di oggi. Grazie al Governo, per il servizio.